Neoplasia colon: il risultato della ricerca
Katherine Esposito e Paolo Chiodini sono i due ricercatori della Seconda Università di Napoli che hanno riscontrato questo collegamento tra le forme di neoplasia del colon e la sindrome metabolica. Secondo quanto emerso dai diciassette studi e gli oltre 11mila casi analizzati, la sindrome ha avuto un ruolo importante nell’aumento dell’incidenza del tumore. Per gli uomini, si è individuato un 33% in più, mentre nelle donne il 41%. I dati sono risultati attendibili vista la larga omogeneità tra gli studi analizzati e la grande mole di campioni differenziati per età, sesso, etnia e tipologia di indagine. Dalle percentuali emerse, sembrano essere le donne i soggetti più a rischio, almeno tra coloro che soffrono di sindrome metabolica. Se i sintomi di questo disturbo risultano già pericolosi, l’accostamento a una vita sedentaria e ad abitudini poco sane moltiplica il rischio di insorgenza del cancro al colon-retto. Dalla ricerca effettuata e dagli altri studi in merito, emerge in modo sempre più lampante quanto un’alimentazione corretta e il giusto esercizio fisico siano indispensabili per prevenire numerose malattie, compresi i tumori che colpiscono il sistema digerente. La lotta all’obesità, dunque, non ha un mero fine estetico, anzi, si tratta di una battaglia per la salute.
Cos’è la sindrome metabolica
La sindrome metabolica non è una malattia, ma una condizione in cui si presentano insieme diversi sintomi, soprattutto di carattere cardiovascolare. Tra i disturbi che si possono manifestare, compaiono un’alterata regolazione della glicemia a digiuno, obesità addominale, ipertensione, alti livelli di trigliceridi nel sangue e bassi di colesterolo Hdl. Tale sindrome colpisce il 23% degli uomini e il 21% delle donne e tocca il suo picco nei soggetti ultracinquantenni. Quando si presentano insieme tutti questi fattori, aumenta il rischio di insorgenza del diabete di tipo II, patologie renali e tumori, tra cui quello al colon. In questo ultimo caso, i sintomi più pericolosi sono l’obesità addominale e l’alterata regolazione della glicemia. I ricercatori dell’università napoletana, in base a quanto hanno scoperto, consigliano degli esami per l’individuazione del cancro al colon in presenza dei due disturbi sopracitati, anche in assenza di una diagnosi di sindrome metabolica. La questione peso corporeo è molto importante anche per un secondo motivo. Nelle indagini sui fattori di rischio, gioca un ruolo importante l’analisi della concentrazione dell’ormone adiponectina nel sangue. La concentrazione di questa sostanza secreta dal tessuto adiposo è inversamente proporzionale al peso corporeo, dunque, i soggetti con più grasso presentano meno adiponectina in circolo e rischiano maggiormente di sviluppare un tumore al colon. Ciò perché questo ormone protetico ha la funzione di regolare il glucosio e catabolizzare gli acidi grassi. Se scarseggia, ne risente appunto la regolazione della glicemia, la cui alterazione è collegata all’insorgere del cancro.
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